Interpretazione del testo, intitolato “Back to Real”, scritto da João Ubaldo Ribeiro. Le attività proposte sono rivolte agli studenti iscritti al primo anno delle scuole superiori.
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João Ubaldo Ribeiro
A malincuore, ricordo che è ora di lasciare Itaparica. Questa domenica dovrei ritrovarmi alla solita fermata. C'è in questo un'ironica malinconia, perché il paradiso terrestre può essere raggiunto solo per un tempo limitato. Come il matrimonio, che si dice sia come una gabbia: l'uccello che è fuori vuole entrare, quello che è dentro vuole uscire. È vero, e suppongo che abbia a che fare con la natura umana. Il mio trucco, in relazione all'isola, è di impiegare abbastanza tempo perché, quando la lascio, voglio ancora restare. Così conservo la nostalgia e il fascino di ciò che ho rivissuto, in quei giorni così brevi che ho appena trascorso. Non posso passare il resto della mia vita solo a guardare le feste che, in questo periodo dell'anno, qui sembrano accadere tutti i giorni, parlando e spiando gli uccelli, chiacchierando con i miei fantasmi ed essendo dolcemente irresponsabile, come se nient'altro al mondo avesse importanza.
E il fatto è che l'Itaparica che vi presento non esiste, non è possibile che esista. I miei connazionali, anche se forse pittoreschi agli occhi degli estranei, sono persone come le altre, con i difetti e le qualità che vedi nelle persone di tutto il mondo. Certo, non sono in un mondo e in un paese a parte, hanno problemi e ansie come tutti gli altri, anche se addolciti da queste arie gentili, da questa pace accogliente, queste acque verdi e azzurre del mare di Bahia, questi banchi di sabbia interminabili, la Natura che risveglia il poeta cotto a metà che vive in tante noi. Per me, in particolare, ci sono ancora alcune fuggevoli suggestioni dell'infanzia e della giovinezza che sono sempre più remote e più romanzate, odori, scorci di paesaggio, sensazioni che, per essere così lontane, sembravano già morte.
No, il mio destino è diverso e così torno nel nostro universo di città grande e piena di minacce, di giornali spaventosi con le loro notizie agghiaccianti. Sono costretto a rileggere, ogni giorno, crimini inimmaginabili nella loro crudeltà e raffinatezza perversa, frane, calamità, guerre, corruzione oltre ogni limite, Rio trasmutata in una sorta di selvaggio west, la paura spiega le sue ali appiccicose di tutti noi, che non siamo nemmeno al sicuro a casa, al punto che a volte sembra incredibile poter ancora sorridere e festeggiare qualcosa. Non dovrebbe essere, ma è così che va la nostra vita, e anche di fronte a questi fatti, dobbiamo andare avanti, ringraziando Dio per la grazia di ogni nuovo giorno. (…)
1) Il testo, come suggerisce il titolo “Ritorno alla realtà”, è costruito per opposizione. Identificalo.
2) L'autore ha usato una metafora per caratterizzare l'universo della grande città. Spuntalo:
a) “[…] città grande e piena di minacce […]”.
b) “[…] la paura stende su tutti noi le sue ali appiccicose […]”.
c) “[…] frane, calamità, guerre, corruzione oltre ogni limite […]”.
d) “[…] non siamo nemmeno più al sicuro a casa […]”.
3) Spiegare l'idea introdotta dal connettori sottolineato di seguito:
Il) "Così Conservo la nostalgia e l'incanto di ciò che ho rivissuto, in quei brevi giorni che ho appena trascorso.”.
b) “[…] hanno problemi e ansie come tutti gli altri, sebbene ammorbidito da queste arie gentili […]”.
4) Controllare l'alternativa in cui si nota l'omissione del pronome atone indicativo di azione riflessiva:
a) “A malincuore, ricordo che è ora di lasciare Itaparica.”.
b) “[…] dovrei ritrovarmi al solito fermo.”.
c) “E il fatto è che l'Itaparica che vi presento non esiste.”.
d) “[…] con i difetti e le qualità che si vedono ovunque nelle persone.”.
5) Le parole sono accentate per lo stesso motivo grammaticale:
a) “è” e “già”.
b) “distante” e “ironico”.
c) “inimmaginabile” e “incredibile”.
d) “infanzia” e “paradiso”.
Di Denyse Lage Fonseca – Laureato in Lingue e specialista in didattica a distanza.
A risposte sono nel link sopra l'intestazione.
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