Il buco nero è un fenomeno spaziale la cui scoperta è abbastanza recente, con gli studi di Albert Einstein sulla Teoria della Relatività Generale. Successivamente, la sua rappresentazione è diventata presente in film, serie e giochi. Ma saresti in grado di identificarne uno? Buco nero in una foto piena di punti luminosi che sembrano una stella?
Vedi altro
Questi sono i 4 segni zodiacali che amano di più la solitudine, secondo...
Ci sono alcune razze di cani considerate perfette per le persone...
Nell'immagine qui sotto, noterai uno sfondo nero e delle superstar. Tuttavia, quella che potrebbe essere solo una notte piena di stelle sono in realtà buchi neri attivi.
Attivi nelle galassie che si trovano ad anni luce di distanza dal pianeta Terra, i buchi neri lo sono materia intensamente assorbente, dal suo forte campo gravitazionale che ha il potere di assorbire fino al leggero.
L'immagine, che non è recente ed è stata resa pubblica nel 2021, contiene circa 25.000 punti luce, che in realtà sono buchi neri. Catturare l'immagine ha richiesto anni di sforzi congiunti da parte di astronomi e fisici, secondo Francesco de Gasperin dell'Università di Amburgo in Germania.
Per ottenere la registrazione del buco nero è stato necessario convertire i segnali radio, a bassa frequenza, in immagini che rappresentassero il cielo, sostiene l'astronomo di Amburgo.
Quando non sono attivi, i buchi neri sono difficili da identificare. Tuttavia, mentre assorbono attivamente la materia, la forza gravitazionale presente è in grado di produrre radiazioni di diverse lunghezze d'onda. Questo è l'unico modo per rilevare la loro presenza.
Nel caso dell'immagine in alto, i buchi neri sono stati catturati con l'ausilio del Low Frequency ARray (LOFAR), una rete di radiotelescopi con circa 20.000 antenne sparse in tutta Europa.
A differenza di altre reti, LOFAR è in grado di ottenere immagini in alta risoluzione a frequenze inferiori a 100 megahertz (MHz). Per correggere le distorsioni causate dall'interferenza dell'inosfera, che diventa opaca a frequenze inferiori a 5 MHz, sono stati utilizzati i supercomputer.
Questa evoluzione è un salto per la comunità scientifica, che festeggia: “Dopo aver sviluppato il software per molti anni fa, è incredibile vedere che ora funziona", afferma Huub Röttgering dell'Osservatorio di Leida, situato a Olanda.