La morte di una persona cara è un momento difficile per tutti in famiglia, e pensare a burocrazie e finanze in questo momento rende tutto ancora più complicato. Tuttavia, per evitare preoccupazioni future, è bene essere informati su alcune questioni il prima possibile.
All'interno di questo aspetto, una domanda molto frequente è se una vedova o un vedovo possa ricevere prestazioni pensionistiche dal coniuge deceduto. Vedere più avanti in questo articolo per maggiori dettagli sulla risposta a questa domanda.
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La pensione di morte è una prestazione pensionistica erogata dall'INSS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) a persone a carico di un lavoratore deceduto o il cui decesso è stato dichiarato in tribunale, come nei casi di scomparsa.
L'articolo 16 della legge sulla sicurezza sociale (legge 8.213/91) definisce coloro che sono considerati persone a carico come segue: ragazzi fino a 21 anni di età, esclusi i casi di invalidità o invalidità (in queste situazioni percepiscono l'intera vita); per uomo o donna sposati o divorziati, divorziati o separati legalmente beneficiari di buoni pasto. Se non ci sono figli o nipoti, possono richiedere la pensione i genitori del coniuge superstite, purché dimostrino una dipendenza economica.
Se il decesso del coniuge è avvenuto tra il 28 giugno 1977 (Legge n. 9.528/1997) e 11 dicembre 2019 (CE n. 103/2019) l'importo della pensione di morte nei confronti del coniuge è pari al 100% della pensione di vecchiaia percepita dal defunto. In caso di decesso verificatosi dopo l'entrata in vigore della CE n.º 103/2019, il valore del sussidio di lutto per la moglie sarà pari al 50% dell'importo della pensione percepita dal defunto o quella a cui avrebbe dovuto Giusto.