La divulgazione di una proposta di modifica della Costituzione (PEC) che prevede la tariffazione delle tasse universitarie nelle università pubbliche è diventata negli ultimi giorni oggetto principale dei social network. La PEC era all'ordine del giorno della Commissione Costituzione, Giustizia e Cittadinanza (CCJ) martedì scorso (24), ma è stata rinviata a questa settimana.
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Il testo della PEC 206/2019 modifica l'articolo 206 della Costituzione e prevede la riscossione delle tasse universitarie presso le università federali, per pagare debiti come acqua ed energia, ad esempio.
Per quanto riguarda la gratuità (che fino ad allora era assicurata a tutti gli studenti delle università pubbliche in Brasile), secondo la PEC verrebbe mantenuta solo per gli studenti che non hanno le condizioni socioeconomiche per pagarla costi.
Se la PEC è ammessa, ha merito di essere analizzata da un'apposita commissione, che ha il potere di modificare la proposta iniziale, con un termine di 40 sedute per la votazione. Successivamente si reca in plenaria alla Camera dei Deputati.
Trattandosi di PEC, l'approvazione richiede i voti favorevoli dei 3/5 dei 308 deputati della Camera, cioè 185 voti, in due turni. Se approvata, la proposta passa al Senato e, con una nuova approvazione, viene recepita come modifica costituzionale. Tuttavia, se c'è qualche modifica nel testo, la PEC torna alla Camera.
Il deputato generale federale Peternelli (União Brasil-SP) è l'autore della proposta e, secondo lui, il cambiamento della gratuità deve avvenire con sulla base del rapporto Un equo aggiustamento, proposto per aumentare l'efficienza e l'equità della spesa pubblica in Brasile, realizzato dalla Banca Mondiale nel 2017.
Secondo il rapporto, la spesa brasiliana per gli studenti dell'istruzione superiore pubblica è molto più alta di quella di paesi come la Spagna e l'Italia, per esempio. Peternelli ha scritto che la maggior parte degli studenti delle università pubbliche sono laureati in scuole private e, quindi, dovrebbero pagare le tasse scolastiche.
Enti come l'Unione nazionale degli studenti (UNE) e l'Associazione nazionale degli studenti laureati (ANPG) si sono espressi sui social con aspre critiche alla proposta. L'ONU ha ricordato che l'istruzione pubblica, gratuita e di qualità è un diritto garantito dalla Costituzione.
Anche la deputata Sâmia Bomfim (SP), capogruppo del PSOL alla Camera, ha usato i social per smentire l'argomentazione che sostiene il PEC. Secondo lei, “la maggior parte degli studenti delle università federali ha un reddito basso”.