UN beneficio in caso di morte con assistenza legale è contenuta nell'articolo 74 della legge 8.213/91, essendo la prestazione previdenziale che assicura al dipendente una retribuzione continuativa o meno, a carico del INSS(Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).
Tale remunerazione comporta regole e requisiti diversi in modo che l'importo da corrispondere sia stabilito in base alle caratteristiche specifiche di ciascuna situazione.
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In generale, il defunto deve essere in pensione o essere un contribuente della previdenza sociale alla data del decesso. Fatta salva anche la condizione di essere assicurati entro un periodo che varia da 3 mesi a 3 anni, detto “periodo di grazia”.
È comune sentire o sapere di casi in cui i figli percepiscono una pensione per la morte dei genitori, o anche una moglie o un marito percepisce la prestazione per la perdita del coniuge, ma quello che pochi sanno è che i genitori, in alcune circostanze, possono percepire anche un'indennità in caso di morte bambini.
A tal fine si osserva l'articolo 16 della Legge sui piani e le prestazioni previdenziali (Legge 8.213/91), che definisce le persone fisiche considerate a carico dell'assicurato:
Cioè, i genitori percepiscono la pensione solo se dimostrano di essere a carico del figlio in tutto o in parte, e possono percepire anche l'assegno a vita se hanno 44 anni+.
A questo punto è importante richiamare l'attenzione sul fatto che, in questo caso, la condizione vale solo quando non collide con capo I dell'articolo, cioè se il figlio ha coniuge o figli, in quanto la legge garantisce la priorità nell' ricevuta.
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