I riadeguamenti dei valori pensionistici INSS sono stati definiti in base all'inflazione. Pertanto, l'importo massimo previsto per i pensionati è stato modificato, passando da R$ 6.433,57 a R$ 7.087,22. Concorrono al calcolo della prestazione la retribuzione media nel periodo, l'evoluzione dei valori di massimale nei decenni e le regole messe a punto dalla riforma della Previdenza.
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L'importo spettante ai pensionati è calcolato attraverso una media della retribuzione del lavoratore, corretta dall'INPC (Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo). La correzione viene eseguita per aggiornare monetariamente i valori, oltre al range degli ultimi stipendi. Il beneficio è calcolato utilizzando la percentuale in cima alla media salariale. La pensione utilizzerà il 60% della retribuzione media con un aumento del 2% per ogni anno di contribuzione.
Secondo il consulente attuariale Newton Conde, un lavoratore che collabora fino al massimale da luglio 1994 a dicembre 2021 avrà uno stipendio medio di R$ 6.370,32. Solo chi spende 35 anni di contributi, essendo donna, e 40 anni, se si tratta di uomini, potrà ricevere il plafond.
Per l'esperto continuare a lavorare per andare in pensione guadagnando il massimale non porta grandi benefici. La responsabilità di contribuire, senza percepire la pensione a cui hai già diritto, può essere solo un altro peso in tasca. “Il basso aumento percentuale dell'importo finale della pensione non compensa, in termini di beneficio, quello che smette di percepire in questo periodo in cui continua a lavorare”, dice.
“C'è una mancanza di pianificazione pensionistica per la stragrande maggioranza. Molti vanno in pensione il prima possibile, ma aspettare un po' può fare la differenza tra ricevere un sussidio di R$4.000 o R$6.000, quando si hanno 70 o 80 anni”, consiglia.
E' stata rilasciata la tabella con le fasce di sconto per i contributi INSS con valori rettificati. Pertanto, i lavoratori con un contratto formale che contribuiscono al massimale pagheranno R$ 828,39 al mese.
Il calcolo delle pensioni varia normalmente in funzione del periodo di contribuzione del lavoratore e del 60% della media. Per quanto riguarda il 50%, la pensione è calcolata utilizzando il fattore previdenziale, un indice che varia a seconda dell'età e del tempo di contribuzione.
Nel pedaggio 100%, che richiede anche un'età minima, la pensione è piena (100% della retribuzione media). L'INSS ha spiegato che, nel pedaggio 100%, “l'aggiunta di ulteriori contributi, di per sé, non incide sul valore del beneficio. Può avere il valore maggiorato se ci sono contributi con valori maggiori, che contribuiranno ad aumentare il valore medio”.
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