Nel settembre di quest'anno si è svolto un processo molto curioso, due "cani" hanno intentato una causa contro i loro proprietari. Con questa sentenza rimane la domanda: “È possibile che i cani facciano causa ai loro padroni?”.
Il processo, infatti, è avvenuto grazie al lavoro di una ONG per la protezione degli animali, la ONG “Sou Amigo”. E il caso è accaduto in Paraná, dove i cani Rambo e Spike sono stati maltrattati dai loro ex proprietari. Così, al termine del processo, il giudice ha presentato una decisione che ha nominato i due cani che hanno citato in giudizio i proprietari come autori.
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Il caso di maltrattamento si è svolto tra la fine del 2019 e gennaio 2020, quando il pointer inglese Rambo e il golden retriever Spike sono stati abbandonati. Secondo i testimoni, gli ex proprietari dei cani li hanno lasciati soli a casa durante le festività natalizie.
Pertanto, i cani venivano nutriti dai vicini che erano anche quelli che hanno innescato la ONG, il suo amico e la Polizia Militare. Sempre secondo quanto riferito, i cani hanno trascorso l'intero periodo di vacanza da soli e hanno dovuto affrontare, oltre alla fame, anche la paura. Questo perché in quel periodo i continui fuochi d'artificio terrorizzavano i cani, più qualche temporale.
Inoltre, i cani sono stati salvati con ferite già infette, molto probabilmente a causa di incidenti da paura. Dopo il salvataggio, la Ong ha intentato causa nei confronti degli ex proprietari in ambito civile, e la Ong stessa ha chiesto che i cani fossero considerati parte interessata.
Fu allora che, nel settembre 2021, il tribunale accolse la richiesta e i cani furono visti come parti interessate. Pertanto, i cani sarebbero ora passibili di ricevere un risarcimento per eventuali danni psicologici.
Secondo gli specialisti, il modo in cui il caso è stato gestito e l'elaborazione della decisione possono influenzare altri tribunali. Pertanto, i difensori degli animali otterrebbero la vittoria che cercano: che gli animali abbiano rappresentanza in tribunale. Questo passaggio rappresenta il riconoscimento degli animali come “senzienti”, cioè soggetti al dolore, alla paura, alla gioia e consapevoli della propria vita.
Tuttavia, vale la pena ricordare che fino ad ora il maltrattamento degli animali è un reato e recentemente la legge Sansone ha aumentato la pena per i casi di cani e gatti. Aspettiamo dunque di scoprire come si svolgerà la lotta per il riconoscimento del danno psicologico e patrimoniale nei confronti degli animali.