L'indulto umanitario mira a garantire la libertà ai detenuti con malattie gravi e terminali.
Il decreto è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione ed è stato firmato dal presidente Jair Bolsonaro e dal ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza, Sérgio Moro.
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Il testo autorizza l'indulto in casi specifici, come la paraplegia, la tetraplegia o la cecità acquisite dopo la commissione del reato o conseguenti ad esso. La condizione deve essere comprovata da un referto medico ufficiale o da un medico designato dal giudice che esegue la sentenza.
Il decreto avvantaggia anche i detenuti con malattia grave e permanente. Malattie che limitano fortemente l'attività e richiedono cure continue. Tutte le condizioni devono essere comprovate da un referto medico ufficiale. In mancanza di verbale, con sentenza di esecuzione è nominato un medico.
L'indulto si estende anche ai detenuti con neoplasie maligne o AIDS, purché in fase terminale.
Ci sono restrizioni nel decreto, come il divieto di perdonare coloro che sono stati condannati per determinati reati:
– corruzione (attiva e passiva).
- Crimini atroci.
– Reati di tortura.
- Traffico di droga.
Anche i detenuti condannati per reati commessi con violenza grave non saranno rilasciati. Sono incluse le persone coinvolte in organizzazioni criminali, terrorismo, stupri e molestie sessuali.
I condannati per:
– Stupro di persone vulnerabili.
– Corruzione di minori.
– Soddisfazione della lussuria in presenza di un bambino o di un adolescente.
– Favorire la prostituzione o lo sfruttamento sessuale di bambini, adolescenti o persone vulnerabili.
Il decreto vieta inoltre l'indulto a coloro che sono stati condannati per:
– Appropriazione indebita, commozione cerebrale e traffico d'influenza.
Il provvedimento esclude anche coloro che hanno fatto sostituire la privazione della libertà con una restrizione dei diritti o una sanzione pecuniaria. Anche coloro che avevano la sospensione condizionale del processo e nei casi in cui l'accusa ha presentato ricorso dopo il giudizio di secondo grado.
Secondo il testo, la grazia non sarà concessa a chi, condannato, non abbia scontato la pena corrispondente al reato che impedisce il beneficio.
L'elenco degli aventi diritto all'indulto deve essere trasmesso all'Ufficio del Difensore della Repubblica, al Ministero Pubblico, al Consiglio Penitenziario e al tribunale dell'esecuzione da parte dell'autorità che ne detiene la custodia prigionieri.
Il decreto informa che la grazia può essere concessa anche se la sentenza è divenuta definitiva per l'accusa, fermo restando il giudizio di appello della difesa dinanzi al giudice superiore e che non è stata rilasciata quietanza ritiro.
L'indulto non è applicabile se vi è appello dell'accusa di qualsiasi natura dopo il giudizio di secondo grado. Le informazioni provengono da Agência Brasil.