Secondo ricerca di hong kong, una combinazione di antivirali l'interferone beta-1b, il lopinavir-ritonavir (medicinale usato contro il virus dell'HIV) e la ribavirina (spesso usata nei casi di epatite C) possono essere un trattamento promettente contro nuovo coronavirus. La ricerca è stata condotta da sei ospedali di Hong Kong e pubblicata sulla rinomata rivista scientifica The Lancet.
Tuttavia, lo studio ha esaminato solo i casi più lievi e moderati del virus. Nella ricerca sono stati osservati 127 pazienti, con un'età media di 52 anni, divisi in due gruppi: uno con 86 persone e un altro con 41. Il primo gruppo ha ricevuto il cocktail completo e, sette giorni dopo l'inizio del trattamento, la proliferazione del virus è stata ridotta.
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Il secondo gruppo, il controllo, trattato solo con lopinavir-ritonavir, ha avuto una riduzione del virus più lunga, con circa dodici giorni. Inoltre, la tripla combinazione ha dato buoni risultati anche alla dimissione del paziente: il primo gruppo è stato dimesso in nove giorni, il secondo fino a 14,5.
Quando trattati con il cocktail, anche i sintomi sono scomparsi più velocemente e nel giro di quattro giorni le persone hanno già visto un improvviso miglioramento dei loro casi. Con l'uso del solo lopinavir-ritonavir, il tempo impiegato per la scomparsa dei sintomi è stato raddoppiato.
Secondo i ricercatori, una terza fase della ricerca sarà ancora portata avanti. “Dovrebbe essere presa in considerazione una fase successiva con l'interferone beta-1b e un terzo gruppo placebo, perché il i confronti tra i sottogruppi hanno evidenziato che l'interferone beta-1b è un componente chiave nel nostro trattamento per combinazione. La mancanza di pazienti in gravi condizioni non ha consentito di generalizzare i riscontri a casi più gravi”, spiega lo studio.
Nei casi più gravi, Ricercatori di New York scoperto che anticoagulanti può migliorare le possibilità di sopravvivenza delle persone infette, funzionando come trattamento e non solo come prevenzione.
Lo studio è stato condotto da specialisti del Mount Sinai Hospital di New York e ha evidenziato che il trattamento con l'uso di anticoagulanti orali, sottocutanei o endovenosi possono migliorare il tempo di sopravvivenza dei pazienti nei casi gravi di malattia. Inoltre, i fluidificanti del sangue possono prevenire eventi mortali associati al coronavirus, come infarti, ictus ed embolia polmonare.
Poiché lo studio non porta risultati conclusivi, sono ancora necessarie ulteriori ricerche sull'argomento per trovare nuovi trattamenti per virus. Attualmente ci sono più di 100 progetti di vaccini e circa 200 farmaci in fase di sperimentazione per il trattamento dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus.
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