In una decisione storica nel paese, la Corte Suprema di Giappone emesso, questo martedì (11), un verdetto favorevole a un dipendente pubblico che ha citato in giudizio il governo locale per aver limitato il suo accesso, una donna trans, ai bagni del suo posto di lavoro.
La giustizia ha classificato questa misura come inaccettabile, segnando un progresso significativo per i diritti della comunità LGBTQIA+ in Giappone.
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In Giappone, le persone LGBTQIA+ hanno pochi diritti. È l'unico Paese del G7, che riunisce alcune delle principali economie mondiali, a non riconoscere il diritto all'unione tra persone dello stesso sesso.
In questo scenario, la decisione della Corte Suprema acquista un peso ancora maggiore, rappresentando un passo importante nella lotta per l'uguaglianza e l'inclusione di questa comunità.
Il tribunale ha dichiarato "totalmente invalido" l'obbligo imposto alla dipendente cinquantenne di utilizzare solo i bagni femminili lontani dal luogo di lavoro.
Vale la pena ricordare che, nel 2019, un tribunale distrettuale di Tokyo aveva stabilito che tali restrizioni erano illegali, ma tale sentenza è stata poi revocata, nel 2021, da un tribunale superiore.
La Corte Suprema ha ora riaffermato il diritto della dipendente trans di usare il bagno nel rispetto della sua identità di genere.
Questa è la prima volta che la più alta corte del Giappone ha emesso una decisione in merito a questioni che coinvolgono persone LGBTQIA+ sul posto di lavoro.
Questo importante traguardo arriva dopo l'emanazione di una legge che, nonostante sia stata criticata per la sua timidezza, vieta la discriminazione nei confronti delle persone LGBT nel Paese.
Il caso che è culminato nella decisione di questo martedì è relativo al Ministero dell'Economia e del Commercio del Giappone, il cui capo è il Primo Ministro Fumio Kishida.
La dipendente che ha intentato la causa ha affermato che le azioni del ministero ledono la sua dignità e violano le leggi che tutelano i diritti dei dipendenti.
Questa decisione costituisce un importante precedente per garantire i diritti di persone trans e la comunità LGBTQIA+ in generale in Giappone.
Si prevede che contribuirà a promuovere azioni e leggi che promuovano l'uguaglianza e l'inclusione, combattendo la discriminazione e il pregiudizio che spesso colpiscono questa comunità.