Appena un giorno dopo il controverso e controverso annuncio del governatore di San Paolo, Tarcísio Freitas – che ha determinato l'uso esclusivo dei libri digitali come materiale didattico da parte della rete pubblica di insegnamento dello Stato di San Paolo – il Segretario di Stato per l'Istruzione, Renato Feder, si è schierato in difesa del provvedimento imposto dal capo.
"La scuola potrà stampare il libro digitale per chi ne ha bisogno", ha reagito, in tono beffardo, il segretario che ha 'giustificato' il provvedimento unilaterale, anticipando che il governo bandeirante intende distribuire, sempre in questo secondo semestre (2H23), 20mila cellulari agli studenti, dispositivi sequestrati dalla Federal Revenue Service, da donare con questo obiettivo.
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La 'provvidenza' sarebbe una risposta alla raffica di critiche lanciate da educatori e membri della società civile, sulla base dell'evidente mancanza di accesso digitale da parte della maggior parte della popolazione della metropoli più grande Brasiliano. Di fronte a questa domanda, il segretario ricorda che “ci sono 800.000 computer in rete, che è circa un computer ogni quattro studenti, che è un tasso elevato anche considerando i paesi di prima classe Mondo. Non ci sarà bisogno di acquistare altri computer", ha concluso.
Riguardo alla priorità assoluta del libro digitale come risorsa didattica da parte dell'occupante del Palácio dos Bandeirantes, Feder ha sostenuto che “la standardizzazione dei libri di testo e il loro controllo da parte del governo sono essenziali per migliorare l'apprendimento”, perché, a suo giudizio, “facilitano la formazione degli insegnanti e l'applicazione della Prova Paulista, bimestrale, digitale e uguale per tutti scuole”.
Negando l'intenzione del mandato Freitas di esercitare un controllo ideologico sull'istruzione locale, il segretario ha colto l'occasione per scagliare le sue frecciate sulla qualità dei libri di testo del PNLD. “La segreteria ha valutato che hanno perso contenuto, profondità, sono superficiali”, ha licenziato.
Intervistato da Folha de S. Paulo, Feder ha sostenuto che “il nostro obiettivo principale è aumentare l'apprendimento e l'essenziale è la qualità della classe, in modo che sia coinvolgente, in modo che l'insegnante si senta al sicuro insegnando quel contenuto... non solo scrivendolo alla lavagna o semplicemente parlando, senza che lo studente presti attenzione Attenzione".
Con il pretesto che “l'insegnante perdeva molto tempo a scrivere alla lavagna”, lo capisce la segretaria “ora, in un click, tutti i contenuti saranno sulla lavagna digitale o sul televisore in salotto. aula".
Senza fornire ulteriori spiegazioni sull'estensione delle funzionalità digitali all'intera rete educativa statale, molte delle quali senza alcuna Accesso a Internet – l'autorità educativa ha ricordato che il materiale è a disposizione degli insegnanti da marzo e che il materiale riferito al terzo bimestre sarebbe già stato distribuito a giugno, che avrebbe il 'vantaggio' di essere modificabile e soggetto a rimozione, inclusione o modifica di diapositive.
Ricorrendo all'immagine del treppiede per cercare di spiegare la sua 'idea' di didattica, il segretario ha indicato come prima tappa il materiale didattico, cioè il materiale digitale. Il secondo sarebbe la formazione dell'insegnante che padroneggia questo materiale (digitale, ovviamente) e il terzo è il test, che deve essere coerente con il materiale (digitale, beh!). "A San Paolo, stiamo costruendo questo treppiede", ha detto.
Nonostante il silenzio di Feder, alla domanda se vi fosse una motivazione politica nella decisione dello Stato di non partecipare al PNLD (Programa Nacional do Didactic Book) – che acquista libri per le scuole con fondi del National Education Development Fund (FNDE), da MEC – la perdita raggiungerebbe R$ 120 milioni, corrispondenti a 10 milioni di libri di testo, secondo la stima dell'Associazione brasiliana di libri e contenuti educativi (Apre il libro). Il conto sale a R$ 200 milioni, se si aggiunge l'istruzione secondaria.