Uno confusione che coinvolge due residenti di un condominio a Contagem, nella regione metropolitana di Belo Horizonte, è finito in tribunale, e una delle parti coinvolte dovrà pagare R$ 10.000 a titolo di risarcimento all'altra.
La causa è stata trattata presso l'11a Sezione Civile della Corte di Giustizia delMinas Gerais, che ha condannato un residente a risarcire i danni morali a un vicino di casa, dopo l'aggressione verbale perpetrata in un gruppo WhatsApp.
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Il risarcimento, precedentemente fissato in R$ 20.000 dal 1° grado, è stato ridotto della metà, anche se le offese pubbliche pronunciate dalla donna sono state ritenute innegabili dai testimoni. La vittima sostiene che, oltre ad aver subito i messaggi, ha subito anche minacce.
La vittima riferisce che, oltre ai messaggi dispregiativi nel gruppo WhatsApp, l'aggressore ha anche causato danni materiali e pronunciato offese e minacce di persona.
L'aggressore si è infuriato davanti all'abitazione della vittima, ha danneggiato il cancello, ha lanciato detriti e sassi sul suo terreno e ha cercato anche di diffamare il figlio di 14 anni attraverso una telefonata.
In sua difesa, la donna ha ammesso il suo atteggiamento, ma ha lanciato accuse di coinvolgimento affettivo tra la vicina esposta e il marito, reclamando danni morali non evidenziati nel processo. Inoltre, ha chiarito di aver subito precedenti accuse dalla vittima.
(Immagine illustrativa: divulgazione)
Il condominio ha confermato l'invio pubblico di messaggi aggressivi da parte dell'imputato, nonché l'atteggiamento di lancio di oggetti e rifiuti sul terreno del vicino.
Con le segnalazioni di danni morali e materiali, compresa la distruzione del cancello della vittima, oltre agli atti di lancio di pietre e immondizia, la Giustizia ha accolto la richiesta di risarcimento di R$ 10.000.
Secondo la decisione dell'11a Camera Civile, attraverso il giudice e relatore del caso, Marcos Lincoln, l'imputato “ha violato il diritto alla libertà di espressione”.
Questo perché ha esposto un evento della vita privata in un ambiente digitale, a cui hanno avuto accesso diverse persone non coinvolte nel caso.