Integratori, considerati un'alternativa per promuovere vari aspetti di una vita sana e equilibrati, hanno suscitato una crescente sfiducia da parte della comunità medica, a causa dell’aumento delle segnalazioni effetti collaterali.
Tra i vari prodotti oggetto di studio, l'estratto di Tè verde costituisce un motivo di preoccupazione tra gli esperti.
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Questo tè è apprezzato per le sue proprietà antiossidanti, che può aiutare a prevenire numerose malattie, ed è quindi consigliato per diverse condizioni di salute.
Nonostante la somiglianza, il tè è diverso dall'estratto derivato dalla pianta in termini di concentrazione catechine e caffeina, presentando livelli significativamente più elevati rispetto ad un semplice bustina di tè.
Sebbene le catechine siano composti chimici naturali costituiti da piante, vale la pena ricordare che la caffeina, se accumulata in eccesso nel fegato, può rappresentare un rischio.
Le preoccupazioni circa le possibili conseguenze avverse dell'estratto di tè verde sono state documentate nel Journal of Dietary Supplements. Uno studio recente ha concluso che l'uso prolungato di dosi elevate di questo prodotto può causare danni al fegato.
La ricerca ha scoperto che alcune variazioni genetiche rendono alcune persone più suscettibili a mostrare segni di stress epatico dopo un anno di assunzione di estratto di tè verde.
(Immagine: divulgazione)
I partecipanti hanno ricevuto una dose giornaliera di 843 milligrammi della principale catechina antiossidante del tè verde, l'epigallocatechina gallato (EGCG).
L’analisi ha rivelato che le restrizioni precoci del danno epatico erano più comuni nelle donne con una variazione genetica specifica nel gene della catecol-O-metiltransferasi (COMT).
Gli effetti erano ancora ampiamente previsti da un’altra variazione genetica nel gene dell’uridina 5-difosfo-glucuronosiltransferasi 1A4 (UGT1A4).
Nel caso dei partecipanti con un genotipo UGT1A4 ad alto rischio, un enzima che segnala lo stress epatico è aumentato di quasi l’80% dopo nove mesi di assunzione dell’integratore di tè verde.
Nonostante questi risultati, i ricercatori sottolineano che è ancora una sfida prevedere chi può estrarre in sicurezza l’estratto ad alte dosi.
La conclusione dell'analisi indica che, sebbene la tossicità epatica sia associata all'ingestione di dosi elevate di l'estratto di tè verde, quantità inferiori e il consumo di tè verde normale non sembrano avere lo stesso effetto graffi.
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