Un recente studio, effettuato nello Stato di San Paolo, ha rivelato che il WhatsApp è la piattaforma citata più frequentemente nei rapporti di polizia relativi ai crimini digitali. In questo modo, la piattaforma si consolida come la scelta predominante per i truffatori e gli aggressori di dispositivi mobili.
I dati raccolti evidenziano che i reati più comuni riguardano la frode digitale e l’hacking di telefoni cellulari. Un caso recente illustra la preoccupante tendenza delle truffe su WhatsApp: Kenzo Yama, residente a San Paolo, ha ricevuto un messaggio con una GIF che diceva "Ti amo", sostenendo di provenire da sua madre.
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Tuttavia, il numero del mittente era sconosciuto, il che ha destato immediati sospetti. Dopo aver ricevuto una risposta con errori di ortografia, Yama si è reso conto che si trattava di un tentativo di truffa, in cui il truffatore chiedeva denaro.
Ha condiviso la sua esperienza su Reddit, ma sfortunatamente più di 9.645 persone ci sono cascate. fregature simile su WhatsApp in San Paolo.
Tra gennaio 2019 e aprile di quest'anno a San Paolo sono stati analizzati 75.102 episodi di frode digitale e invasioni di dispositivi digitali.
Questi dati non sono stati inclusi nell'Annuario della pubblica sicurezza brasiliana a causa della mancanza di divulgazione ufficiale da parte dello Stato e l’assenza di una metodologia per distinguere i crimini nell’ambiente digitale da quelli nell’ambiente fisico.
Le truffe includono il furto di identità, in cui i criminali ottengono informazioni dai social media per spacciarsi per parenti o amici. Inoltre su WhatsApp si diffondono link malevoli e offerte di lavoro false.
Nella capitale San Paolo, che raccoglie il 31% delle denunce alla polizia, Instagram è in testa con 2.562 casi, seguito da vicino da WhatsApp, con 2.047.
È importante sottolineare che la popolazione della capitale rappresenta il 25,78% del totale dello Stato di San Paolo, secondo i dati del censimento del 2022.
I crimini digitali sono aumentati in modo significativo nell’aprile 2020, quasi triplicando rispetto a marzo. Questo aumento ha coinciso con l’inizio dell’isolamento sociale dovuto alla pandemia di Covid-19.
Solo nel dicembre 2020 è stata istituita la Divisione criminalità informatica della Polizia Civile per migliorare l’analisi di questi crimini, prima sottostimati.
La sottodenuncia rappresenta una sfida importante, poiché molte vittime non riconoscono immediatamente la truffa o nutrono dubbi sulla capacità della polizia di risolverla. Ciò si traduce in solo otto casi su diecimila rilevati tra gennaio 2019 e aprile di quest’anno.
Le autorità raccomandano che le vittime presentino denuncia alla polizia in caso di truffe digitali, che includono frode elettronica e falsificazione di documenti.
In Brasile esistono due leggi che affrontano questi crimini digitali: la legge sulla criminalità informatica (legge Caroline Dieckmann) e la legge 14.155 del 2021, che si occupa dell’invasione dei dispositivi informatici.
Pertanto, è essenziale che gli utenti siano consapevoli dei rischi presenti sulle piattaforme digitali, adottino misure per proteggersi dalle truffe e segnalino gli incidenti alle autorità. Ciò sottolinea l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica nella lotta contro la crescente criminalità digitale.
Fonte: Tempo.
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