Quanti film critici sul 20° secolo possiamo dire che il cinema abbia prodotto? In un rapido ritaglio di memoria, ricordiamo film come Forest Gump, film romantico e brillante sulla storia recente degli Stati Uniti d'America; Apocalypse Now, basato sul libro di Joseph Conrad, "Heart of Darkness", che ritrae le questioni esistenzialiste del passato all'interno dell'esercito statunitense durante il guerra del Vietnam; e alcuni film su Seconda guerra mondiale.
Un film che fa un taglio storico completo dei grandi momenti e personaggi del secolo scorso, con immagini reali e una visione critica degli eventi, non era ancora arrivato al pubblico.
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Questo è ciò che ci mostra l'intelligente documentario di 72 minuti “Noi che siamo qui, che vi aspettiamo”, una rara raccolta di immagini suggestive del XX secolo, artistico e politico, diretto da Marcelo Masagão e co-sceneggiato con Eduardo Valadares, il film si avvale del lavoro dello storico Eric Hobsbawm, “
L'età degli estremi”, evidenziando il contrasto nella storia di un secolo coinvolto in due Guerre Mondiali, declino economico e aumenti. Dei 40 anni che si sommano alle due guerre mondiali, le cosiddette L'era della guerra totale, all'abisso economico che si verifica tra queste guerre.I piani politici ed economici del tentativo di ristrutturare la crisi mondiale, i regimi totalitari che emergono scossi dal popolo. Le rivoluzioni culturali e sociali, il Guerra fredda che ha plasmato la nostra contemporaneità e influenza i conflitti fino ad oggi. Le arti fino al 1945 e la post-avanguardia dopo il 1950, il cosiddetto “terzo mondo” e le rivoluzioni, la fine del socialismo e speranza per il prossimo millennio.
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Questo non è un semplice documentario sulla storia, il film rivela che è possibile fare la storia attraverso il cinema. Lavorando sottilmente sul tema paradossale presente in varie epoche del XX secolo, il film invita lo spettatore a riflettere su concetti e temi quotidiani; come non sorridere all'immagine del “vecchio” Yuri Gagarin che guarda una lampada accesa e contempla per la prima volta l'elettricità nel 1931?
E come non aver paura di vedere subito dopo, l'immagine di Yuri Gagarin “figlio”, tre decenni dopo, essere il primo uomo a viaggiare nello spazio. Uomini in guerra e donne, madri, fabbricanti di bombe nelle grandi industrie belliche. Il copione delle immagini lavora con i sentimenti dello spettatore in modo oscillante, ma che finisce sempre con una sottile e malinconica tagliente ironia.
L'eccellente lavoro del regista di Pernambuco Marcelo Masagão è suggellato da una bellissima colonna sonora prodotto da Wim Mertens, e la musica è in gran parte responsabile della conduzione “sentimentale” del film. L'ironia storica ci raggiunge in modo acido e depressivo e la direzione musicale del film ci conduce a una malinconia riflessiva sui grandi eventi di un'Età degli estremi.
Premiato al Festival di Gramado e vincitore al Festival di Recife nelle categorie film, sceneggiatura e montaggio, il Il film è consigliato a tutti gli educatori e gli studenti che credono nella ricostruzione dell'umanesimo attraverso la Storia.
Carlos Beto Abdalla
Storico e Master in Studi letterari