Il produttore di autocarri Scania ha confermato che interromperà le sue attività in modo pianificato e frazionato, seguendo una tendenza che interessa l'intero settore automobilistico brasiliano.
La produzione nello stabilimento situato a São Bernardo do Campo, sulla ABC Paulista, sarà interrotta per due giorni alla settimana, a partire dal 28 aprile. Inoltre, l'ABC Metallurgists Union ha annunciato che i dipendenti Scania avranno un periodo di dieci giorni di ferie collettive, che inizierà il 10 giugno.
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La casa automobilistica impiega circa 4.500 lavoratori, 3.000 dei quali lavorano direttamente in produzione. Il sindacato garantisce che tutti i dipendenti sono già stati informati delle interruzioni dalla scorsa settimana.
La giustificazione addotta dalla società svedese per il provvedimento è il rallentamento del mercato degli autocarri in Brasile e in altri paesi dell'America Latina, come Argentina e Cile. Scania basa la sua decisione sull'accordo di flessibilità dell'orario di lavoro firmato nel 2013 con il sindacato che rappresenta i lavoratori.
Il vicepresidente del sindacato dei metalmeccanici ABC Paulista, Carlos Caramelo, ha confermato le giustificazioni fornite da Scania. “La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla mancanza di parti, dall'anticipazione delle vendite nel 2022 da modelli Euro 6 e, soprattutto, dal calo dei consumi e dal rialzo dei tassi di interesse nel nostro Paese”, dichiarato.
Con l'annuncio di un fermo parziale delle sue operazioni, Scania non fa che confermare un movimento che era già stato notato.
A marzo l'azienda ha concluso la seconda giornata lavorativa presso lo stabilimento di São Bernardo do Campo, che impiegava circa 200 dipendenti.
Nello stesso periodo, inoltre, la società ha scelto di non rinnovare i contratti dei professionisti assunti a tempo determinato.
Come accennato in precedenza, la vita per i produttori di veicoli in Brasile non è stata facile, soprattutto per quelli che operano nel segmento degli autocarri, come nel caso di Scania.
L'Associazione Nazionale Costruttori di Autoveicoli (Anfavea) prevede un calo delle vendite dell'11% nel 2023, rispetto ai primi mesi del 2022. Il calo della produzione dovrebbe attestarsi intorno al 20%.
Uno dei principali fattori che hanno influito sul calo delle vendite di autocarri è stato lo scenario di alti tassi di interesse, che ha causato la mancanza di credito e la stagnazione dell'economia.
Inoltre, la nuova norma sui motori Euro 6, ora richiesta per i camion, provoca un aumento fino al 30% dei prezzi dei veicoli, il che scoraggia i consumatori dall'acquistare veicoli nuovi.
Laureato in Storia e Tecnologia delle Risorse Umane. Appassionato di scrittura, oggi vive il sogno di lavorare professionalmente come Content Writer per il Web, scrivendo articoli in diverse nicchie e diversi formati.