Quando pensiamo a vampiro, Dracula è uno dei primi ricordi che abbiamo, ma la figura di questo essere che conosciamo oggi è emersa molto prima dell'uscita dell'emblematico libro di Bram Stoker, nel 1897.
Un'altra pubblicazione letteraria, lanciata quasi un secolo prima e che già parlava di metaumani dai canini affilati, suscitò polemiche in Europa e fu l'embrione del vampiro moderno.
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Per l'editore Robert Morrison, in questa pubblicazione la visione dei vampiri venne elevata e “lanciò una mania dei vampiri che dopo due secoli mantiene ancora la sua capacità di prenderci per la gola”.
In una delle versioni della storia, i documenti indicano che, nel 1816, il poeta Lord Byron ha riunito un gruppo selezionato di persone per leggere una selezione di testi tedeschi a tema fantasma, la raccolta Fantasmagorian.
Tra gli ospiti c'erano Percy Shelley, Mary Shelley, Claire Clairmont e il dottor John Polidori.
Da questo incontro gli autori produssero diversi testi che sarebbero stati importanti per la letteratura, come il schizzo per il classico Frankenstein, di Mary Shelley, e un racconto intitolato Il vampiro, di John Polidori.
La polemica fa notare che, a quel tempo, Polidori avrebbe scritto un'altra storia. In effetti, Mary Shelley ha affermato che l'autore ha sviluppato una narrazione su una donna con una testa a forma di teschio.
Inoltre Polidori avrebbe utilizzato spunti tratti da a poesia che fu letta da Lord Byron quando si riunì con i suoi amici per scrivere la storia divenuta famosa.
(Immagine: Wikimedia Commons/Riproduzione)
In ogni caso il racconto “Il Vampiro” venne pubblicato ufficialmente più tardi, nel 1819. A quel tempo Polidori non manteneva più una relazione con Byron.
Anche così, la confusione sulla paternità continuò ad accompagnare il testo, poiché fu pubblicato da The New Monthly Magazine con il titolo "The Vampire: A Tale of Lord Byron".
Per questo Polidori accusò la rivista di aver commesso un grave errore, essendone l'unico autore. La narrazione sul vampiro non fu ben accolta dalla società dell'epoca, culminando nel brief carriera letteraria di Polidori.
Nonostante le polemiche, l’opera continuò ad avere eco per molti anni e aprì la strada all’idea moderna dei vampiri.
Per alcune persone, anche se il racconto non è stato scritto da Lord Byron, egli ha sicuramente influenzato la narrazione.
Secondo Robert Morrison, il vampiro Lord Ruthven, presente nella trama, è stato chiaramente ispirato da Lord Byron, come “i due hanno in comune la bellezza, l'insensibilità, la posizione elevata, la mobilità, la ricchezza e gli appetiti sessuali affilato."
È noto infine che, dopo la pubblicazione di Polidori, molti racconti sui vampiri furono scritti seguendo questa visione della figura fantastica.
Potrebbe infatti aver influenzato grandi autori, come Edgar Allan Poe, nei racconti “Berenice” (1835) e “La caduta della casa Usher” (1839).