Se sei uno studente o un amante della letteratura brasiliana, avrai sicuramente sentito parlare del poeta Cruz e Sousa, considerata la massima espressione poetica del Simbolismo, movimento letterario le cui prime manifestazioni si sono avute alla fine degli anni Ottanta. Il nome di Cruz e Sousa si intreccia con la poesia simbolista; impossibile non associare i suoi versi a quello che è stato uno dei periodi più fertili e duraturi della nostra lirica, capace di influenzare anche scrittori moderni, tra questi Cecilia Meireles È Vinicio de Moraes.
Gli scrittori simbolisti, tra cui Cruz e Sousa, furono fortemente influenzati dal simbolismo. europeo, presentando grandi novità per la poesia brasiliana, sia in campo tematico che sul campo formale. Considerato uno dei poeti più originali della nostra letteratura, Cruz e Sousa è autore di due libri responsabili di inaugurano l'estetica dall'Europa nelle terre di Tupiniquim: Messale, un libro in prosa, e Broquéis, un libro di poesie, entrambi dal 1893. In entrambe le opere è possibile individuare il progetto letterario dello scrittore, che accostava elementi simbolisti a elementi della poesia parnassiana.
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Nato il 24 novembre 1861 a Florianópolis, Santa Catarina, Cruz e Sousa era figlio di schiavi; fu sponsorizzato da una famiglia aristocratica che finanziò i suoi studi e, con la morte del suo protettore, abbandonò gli studi e iniziò la carriera di scrittore. Collaborò attivamente con la stampa di Santa Catarina, firmando cronache abolizioniste e partecipando a campagne a favore della causa nera. Nel 1890 si trasferì nella città di Rio de Janeiro, dove svolse diverse funzioni contemporaneamente alla sua vita di scrittore. Morì di tubercolosi, all'età di 36 anni, il 19 marzo 1898, nella città di Antônio Carlos, nell'interno dello stato di Minas Gerais.
La ricchezza e la diversità della sua letteratura possono essere viste leggendo le sue uniche due opere pubblicate durante la sua vita, Messale e Broquéis. Nei suoi versi convivono elementi simbolisti, come il pessimismo, la morte, la poesia metafisica; ed elementi parnassiani, come la forma lapidaria, il gusto per la forma fissa (soprattutto il sonetto), il raffinato verbalismo e la forza delle immagini. Ingiustificato ai suoi tempi, quando i neri non erano comunemente visti in ruoli di primo piano, Cruz e Sousa fu riconosciuto solo postumo. grazie all'impegno di letterati e del sociologo francese Roger Bastide, che lo collocò tra i principali scrittori del Simbolismo universale.
Per farti conoscere un po' di più sull'opera di questo importante poeta, il sito Educazione scolastica selezionato quindici poesie di Cruz e Sousa che ti immergeranno nell'interessante universo di uno dei scrittori essenziali della nostra letteratura, il cui lavoro è sempre ricordato nelle prove di concorso e vestibolare. Ci auguriamo che tu abbia una buona lettura!
acrobata del dolore
Ride, ride, in una risata tempestosa,
come un pagliaccio, che goffo,
nervoso, ride, in una risata assurda, gonfiata
ironia e dolore violento.
Dal riso atroce e sanguinario,
scuote le campane e ha le convulsioni
salti, gavroche, salti pagliaccio, arroccato
dagli spasimi di questa lenta agonia...
Il bis è d'obbligo e il bis non è da disprezzare!
Andiamo! tendere i muscoli, tendere
in queste macabre piroette d'acciaio... .
E anche se cadi a terra, tremante,
annegato nel tuo sangue impetuoso e caldo,
ridere! Cuore, pagliaccio tristissimo.
sinfonie del tramonto
Mussola come nebbie diurne
le ombre armoniose scendono dal tramonto,
ombre velate e di mussola
per le profonde solitudini notturne.
Tabernacoli vergini, urne sacrosante,
i cieli risplendono di rosei siderali,
della luna e delle stelle maestose
illuminando l'oscurità delle grotte.
OH! per questi tramonti sinfonici
la terra emana profumo di vasi d'oro,
incenso da incensieri divini.
Le lune piene morbose fumano...
E come nel blu gemono e piangono
cetre, arpe, mandolini, violini…
lacerazioni
O carne che ho amato maledettamente,
O micidiale e dolorosa voluttà,
essenze di eliotropi e rose
con un'essenza calda, tropicale, dolorosa...
Carni, vergini e calde dall'oriente
del Sogno e delle Stelle favolose,
carni dolci e meravigliose,
tentando intensamente il sole…
Passa, dilaniato dalla gelosia,
attraverso gli incubi più profondi
che mi trafiggono con orrori mortali...
Passa, passa, rotto nei tormenti,
in lacrime, in lacrime, in lacrime
nel dolore, nel lutto, nelle convulsioni, nel dolore...
Anima solitaria
O anima dolce e triste e palpitante!
che le cetre piangono solitarie
dalle Regioni lontane e visionarie
del tuo sogno segreto e affascinante!
Quante zone di luce purificatrice,
quanti silenzi, quante ombre diverse
di immortali, immaginarie sfere,
ti parlano, o Anima seducente!
che fiamma accende le tue luci notturne
e indossa i tuoi taciturni misteri
degli splendori dell'arco dell'alleanza?
Perché sei così malinconico,
come un arcangelo infante, adolescente,
dimenticato nelle valli della Speranza?!
Gratuito
Gratuito! Per essere liberi dalla materia schiava,
strappare le catene che ci affliggono
e libero di penetrare nei Doni che suggellano
anima e prestarti tutta la lava eterea.
Libero dall'umano, dalla bava terrestre
dei cuori dannosi che governano,
quando i nostri sensi si ribellano
contro l'infamia bifronte che depravava.
Gratuito! molto libero di camminare più puro,
più vicino alla natura e più sicuro
del suo Amore, di ogni giustizia.
Gratuito! sentire la natura,
per godere, nella grandezza universale,
Fertili e arcangelici bradipi.
Ironia delle lacrime
Insieme alla morte fiorisce la vita!
Abbiamo camminato ridendo lungo la tomba.
Bocca aperta, spalancata, scura
Dal pozzo è come un fiore marcio.
La morte assomiglia alla strana margherita
Del nostro corpo, Faust senza fortuna...
Cammina intorno a ogni creatura
In una danza macabra indefinita.
Viene vestito con le sue sete nere
E lugubri colpi di martello e tredas
Di illusioni predica l'eterna bara.
E addio vani sentieri mondi ridenti!
Arriva il lupo che divora i sogni,
Affamato, fuggito, cieco sconsiderato!
Vecchio
Sei morto, sei vecchio, sei stanco!
Come il succo di lacrime pungenti
Eccole, le rughe, quelle indefinite
Notti di sconfitta e stanchezza.
Il gelido crepuscolo ti circonda
Questo va cupo avvolgendo le vite
Prima del riposo in canti lamentosi
In fondo il cuore lacerato.
Testa penzoloni per la fatica,
senti la morte taciturna e amica,
Possano i tuoi circoli nervosi governare.
Sei vecchio, sei morto! O dolore, delirio,
Anima infranta del martirio
O disperazione dell'eterna disgrazia.
La morte
OH! che dolce tristezza e che tenerezza
Nello sguardo ansioso, afflitto di chi muore...
Quali ancore profonde usano?
Coloro che penetrano questa notte oscura!
Dalla vita ai freddi veli della tomba
Trascorrono vaghi momenti tremuli…
E dagli occhi scorrono le lacrime
Come fari della sfortuna umana.
Poi scendono negli abissi ghiacciati
Quelli che sulla terra vagano sospirando,
Con i vecchi cuori stuzzicati.
Tutto ciò che è nero e sinistro sta rotolando
Báratro sotto, agli echi singhiozzanti
Dalla tempesta della Morte che si increspa, ulula...
Derisione profumata
Quando sei in disordine
Per ricevere tue notizie,
Vado all'ufficio postale
Che è alla fine della più crudele delle strade,
Vedendo così stufo,
Da un'abbondanza che nessuno raccoglie,
Le mani degli altri, dei giornali e delle lettere
E il mio, nudo, mi fa male, mi affligge...
E con tono beffardo,
Penso che tutto mi prende in giro, mi prende in giro,
Ridi, apostrofami,
Perché sono solo e a testa bassa, impotente,
La notte cammina nella mia testa, in cerchio,
Più umiliato di un mendicante, un verme...
Ineffabile
Non c'è niente che mi domini e che mi sconfigga
Quando la mia anima si sveglia muta...
Sboccia in fiore, trabocca
Nel tumulto di un'emozione immensa.
Sono come un difensore della sentenza celeste,
Condannato dall'Amore, che ricorda
D'Amore e sempre al limite Silenzio
Di stelle tutto il cielo in cui vaga e pensa.
Chiaro, i miei occhi diventano più chiari
E vedo tutti gli amuleti rari
E altre albe più serene!
Tutte le voci che cerco e chiamo
Li sento dentro di me perché li amo
Nella mia anima che vortica estasiata
antifona
Ó Bianco, forme bianche, Forme chiare
Di chiaro di luna, di neve, di nebbia!
O Forme vaghe, fluide, cristalline...
Incenso dai turiboli degli Aras
Forme d'Amore, costellanti puri,
Di vergini e santi vaporosi…
Scintillii erranti, fronzoli meschini
E dolori di gigli e rose...
Indefinibili canti supremi,
Armonie di Colore e Profumo…
Ore del Tramonto, tremule, estreme,
Requiem del Sole che il Dolore della Luce riassume...
Visioni, salmi e canti sommessi,
Muti di organi flaccidi e singhiozzanti...
Intorpidimento di voluttuosi veleni
Sottile e levigato, morbido, radioso...
Infiniti spiriti dispersi,
ineffabile, edenico, aereo,
Feconda il Mistero di questi versetti
Con la fiamma ideale di tutti i misteri.
Da Dream le diafanità più blu
Lasciali volare, lasciali salire nella strofa
Ed emozioni, tutte castità
Dall'anima del verso, attraverso i versi canta.
Possa il polline d'oro delle stelle più belle
Fertilizza e infiamma la rima limpida e ardente...
Fa risplendere la correzione degli alabastri
Sonicamente, luminosamente.
Forze originarie, essenza, grazia
Dalle carni delle donne, prelibatezze...
Tutto questo effluvio che passa attraverso le onde
Dall'etere nelle rosee e dorate correnti...
Cristalli diluiti di lampi acri,
Desideri, vibrazioni, pulsioni, respiri
Brutte vittorie, amari trionfi,
I brividi più strani...
Fiori neri di noia e fiori vaghi
Di amori vani, stuzzicanti, malati...
Profondo rossore da vecchie piaghe
Nel sangue, aperto, gocciolante nei fiumi...
Tutto! vivo e nervoso e caldo e forte,
Nei vortici chimerici del Sogno,
Passa, cantando, davanti al profilo spettrale
E la truppa cabalistica della Morte...
Siderazioni
Alle gelide stelle di cristallo
Le voglie e i desideri stanno crescendo,
Arrampicata fidanzamento blues e siderali
Dalle nuvole bianche alla distesa che indossa...
In una processione di canti alati
Gli arcangeli, le cetre che colpiscono,
Passa, dalle vesti ai trofei d'argento,
Le ali dorate che si aprono sottilmente...
Dagli eterei incensieri di neve
Incenso aromatico limpido, limpido e leggero,
Onde nebbiose di Visioni salgono...
E le infinite voglie e desideri
Vanno con gli arcangeli formulando riti
Dell'Eternità che canta nelle Stelle...
Incarnazione
Carnale, lascia che tanti desideri siano carnali,
carnale, sii carnale tanti desideri,
palpitazioni e brividi e vertigini,
delle arpe dell'emozione tanti arpeggi...
Sogni, che vanno, con palpiti tremanti,
di notte, al chiaro di luna, gonfia i seni
lattiero-caseario, con venature fini e bluastre
verginità, modestia, vergogna...
Possano tutti i sogni nebbiosi essere carnali
di sentieri strani, vaghi, stellati
dove le visioni d'amore dormono fredde...
Sogni, palpitazioni, desideri e voglie
forma, con chiarezza e fragranza,
l'incarnazione del livido Amato!
vecchi dolori
Diluenze di luce, vecchi dolori
delle anime che sono morte per la lotta!
Siete le amate ombre delle bellezze
oggi più freddo della pietra grezza.
Mormorii in incognito di una grotta
dove il mare canta i salmi e la maleducazione
di oscure religioni — voce incontaminata
di tutte le grandezze titaniche.
Passa, ricordando le vecchie sensazioni,
passioni che un tempo erano amiche docili,
alla luce degli eterni soli glorificati.
Gioie di tanto tempo fa! E oggi e ora,
vecchi dolori che se ne vanno
nel tramonto della Saudade avvolta! …
Luana Alves
Laureato in Lettere