L’anno scorso sette studenti su dieci dell’istruzione superiore hanno preferito l’apprendimento a distanza (EAD). L'informazione fa parte dei dati del censimento dell'istruzione superiore 2022, pubblicato questo martedì (10), dall'Istituto nazionale di studi e ricerche educative Anísio Teixeira (Inep).
Secondo lo studio, nel 2022, il 72% degli studenti ammessi all’istruzione superiore ha optato per il formato di apprendimento a distanza. Un’altra conclusione allarmante è che un giovane su cinque, tra i 18 e i 24 anni, non ha completato la scuola superiore e ha abbandonato gli studi.
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Nel caso delle lauree, la preferenza per la didattica a distanza è ancora maggiore, raggiungendo un tasso del 93,2%
Una tendenza presente negli ultimi anni, la crescita della “moda” EAD, è motivo di preoccupazione tra gli esperti, che sottolineare che questo tipo di insegnamento ha una regolamentazione debole, per non parlare della difficoltà nel misurarne la qualità lauree.
Uno dei punti critici dell’EAD riguarda il fatto che gli attuali meccanismi di valutazione dei corsi non tengono conto della tipologia di piattaforma lezioni online utilizzate dalle istituzioni scolastiche, senza contare il tempo dedicato alle lezioni “sincrone”, attraverso le quali gli studenti interagiscono in tempo reale con il insegnanti. Oltre a queste procedure di dubbia efficacia, è pratica ricorrente tra le facoltà registrare le materiale didattico, una sola volta, per poi venderlo a un numero sempre maggiore di persone parti interessate.
“Il ruolo del MEC è quello di regolamentare questo aspetto. Per noi è un semaforo rosso adottare misure importanti in questo scenario”, avverte il ministro dell’Istruzione Camilo Santana, dopo aver appreso i dati del censimento. Aggiunge che, per decisione del governo federale, 16 corsi di istruzione superiore non possono essere seguiti a distanza: quattro di loro sono già attivati sono stati sospesi (infermieristica, giurisprudenza, odontoiatria e psicologia) e altri 12 restano in analisi, tramite consultazione pubblico.
Ma perché, dopo tutto, esiste una preferenza così assoluta per l’EAD? Per il direttore esecutivo di Semesp – ente che rappresenta gli istituti di istruzione superiore in Brasile – Rodrigo Capelato, la modalità di apprendimento a distanza “è stata più attraente perché offre flessibilità in termini di luogo e tempo [per lo studente per studiare], ma soprattutto perché viene offerto con tariffe mensili molto, molto più alte scarafaggi".
Un altro argomento sollevato da Capelato è che “l’80% degli studenti brasiliani ha un reddito pro capite fino a tre salari minimi, cioè non è in grado di pagare le tasse mensili [per i corsi in presenza]. La copertura di Prouni e Fies è bassa, così come il numero di posti nell’istruzione pubblica”.